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martedì 21 giugno 2011

L'ALTRA META' DELLA MELA ...


È ora di finirla con le solite storie sulla differenza tra i sessi, le disequazioni tra uomini egoisti e donne romantiche, se la storia della mezza mela ha una verità, non è di certo quella a cui state pensando in questo momento. La verità è, che una mela  dimezzata dà due parti uguali in tutto e per tutto.

Matteo ed Elisa si sono conosciuti qui, galeotto è stato il ritardo del regionale delle 17, hanno fatto il viaggio insieme hanno scoperto di scender alla stessa stazione, Matteo l’ha invitata per un aperitivo ed Elisa ha proposto di cenare insieme da lei e dopo tre ore di bla,  bla,  bla la conversazione inizia ad avere una certa profondità ….
Matteo interrompe il silenzio con voce imbarazzata: “Ci sono giorni in cui  percepisco chiaramente un vuoto dentro..”
“Come un buco nello stomaco?... Dovresti ricordarti sempre di mangiare”
“Dai stupida, parlo di qualcosa di più profondo..”
“Ah capisco, .. dimmi se indovino, la tua vita va a gonfie vele,  ma senti che ti manca qualcosa ed inizi a pensare  che ti manca l’altra metà della mela …“
Lui sorride poi annuisce.
“Prova inconfutabile che ti sei davvero  ricordato di mangiare, ma fatti dare un consiglio, smettila di credere nelle favole. Certo se proprio non puoi farne a meno  e sei convinto che l’altra metà della mela esista forse dovresti comperare uno specchio e renderti conto che non sei un pomo.”
“Tu non credi  che esista una persona perfetta per te che ti completa con il suo amore..?”
“No, non credo alla storia di Zeus che fa il fruttarolo e che si mette a spaccare le mele a metà per poi seminarle nel mondo. E poi se c’è qualcosa che mi completa non è la mezza mela piuttosto il melo”
“Il melo?”
“Stiamo parlando già da quattro ore … Me lo dai?”

giovedì 7 aprile 2011

L' INVISIBILE ESSENZIALE...

Sedevo sul sedile di quel vagone abbandonato tra i vecchi macchinari dismessi della stazione, quando Morfeo mi abbraccio nel più dolce dei suoi abbracci e all’improvviso.. dondolavo... :
"Principessa Alice osservava con lo sguardo perso nel vuoto il tentativo di quell’ultimo cavaliere di liberarla. Da quando aveva memoria lei era sempre rimasta rinchiusa in quel cilindro. Era un cilindro magico, anzi no, era una inespugnabile fortezza,  per la precisione una torre,..ma  a differenza di ogni favola che si rispetti era una torre di Plexiglass.
C’aveva vissuto così tanti anni che avrebbe potuto smentire quelle dicerie sui pesci rossi, quelle che sostenevano  che vivendo  nelle bocce di vetro prima o poi i pesci impazziscono, poteva farlo  perché a lei ancora non era successo.

Anzi la sua torre di Plexiglass aveva  dei vantaggi, distorceva la percezione di ogni cosa, in qualche modo riusciva a dilatare i pregi, ma anche i difetti , degli avventori che si presentavano  frequentemente ai piedi della torre.
Alice anche oggi se ne stava li sospesa nel vuoto a guardare più annoiata del solito quel ennesimo tentativo di scardinare la porticina della torre che la rinchiudeva. In passato aveva anche sorriso a qualche cavaliere incoraggiandolo a perseverare ed  aveva brevemente sperato che riuscisse a strapparla via da quel luogo di solitudine.  Aveva sorriso ad un cavaliere che brillava per in genio,  ad uno molto attraente, ad un altro ancora che sapeva incantarla con le parole, ma niente.. quella porta sembrava davvero inattaccabile.
Quest'ultimo cavaliere però  che chiameremo per ovvie regioni Sir Ultimo Peroggi , sembrava davvero bravo..aveva scoperto dov’era la feritoia che nascondeva la toppa della chiave, se fosse riuscito a  trovare la chiave era sicura che ce l’avrebbe fatta e lei sarebbe stata finalmente libera. Lo sentì ricorrere alla magia con segrete formule di dolce persuasione, lo vide cercar di sfondare la porta con ogni genere di forzatura, lo vide allontanarsi per cercare la chiave della torre fin dove gli altri non si erano mai spinti, eppure dopo giorni di tentativi anch’egli si arrese e se ne andò.
Alice sospesa nel vuoto, lo guardava allontanarsi: era seduta sulla sua invisibile altalena e l’oscillazione delle corde si fermò.
 Aveva imparato a non dispiacersi più di quei  tentativi fallimentari,  di quei venti di speranza che arrivavano facendola volare un po’ più in alto, ma che poi si ritraevano esattamente come erano arrivati: all’improvviso.

Presto o tardi sarebbe arrivato qualcun altro che l’avrebbe cullata nel suo gioco, ma per ora poteva scendere ad andare a riposarsi un po’.
Saltò a terra e sentì dolore sotto al piede sinistro, sollevò appena la sua gamba, contrasse il piede attorno a quel  piccolo freddo corpo metallico, si era doloroso ma anche rassicurante sentirlo lì, decise di cambiargli nascondiglio … almeno per qualche giorno, si tolse la sua scarpina da principessa, ne estrasse la chiave e la nascose nella scarpa destra, poi si sussurrò ‘Buonanotte Alice’

giovedì 24 marzo 2011

COME AVERE LA BENZINA A META’ PREZZO?

Questo post è decisamente OT in questo blog, ma come si dice a casa nostra possiamo fare un po' quel che vogliamo...stavolta  sosteniamo l’iniziativa di Beppe Grillo per l’emergenza del caro benzina, trascrivo di seguito l’invito che mi è arrivato poche ore fa :
“Ë importantissimo piegare questi maledetti che alzano in continuazione il prezzo (gli americani si sono incazzati perché gli si è alzata la benzina a 0.75  per 5 LITRI e noi paghiamo 1.50 euro a litro), ma siamo impazziti??? Dal Blog di Beppe Grillo parte un'altra iniziativa; (quella precedente era  abolire il costo di ricarica delle schede telefoniche prepagate ed è stata un successo!)
COME AVERE LA BENZINA  A META’ PREZZO?                            
Siamo venuti a sapere di un azione comune per  esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere. UNITI possiamo far  abbassare il prezzo muovendoci insieme in modo intelligente e solidale.
La parola d’ordine  è colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli
Assodato che non comprare la benzina in un determinato  giorno ha fatto ridere le compagnie, loro sanno benissimo che per  noi si tratta solo di un pieno differito,  perché alla fine ne abbiamo bisogno,  c’è un  sistema che invece li farà ridere pochissimo purchè  si agisca in tanti … Petrolieri e l’OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia da 0,95 e 1 euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà.
I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle grandi aziende, bisogna usare il potere che abbiamo.
LA PROPOSTA è che da qui fino alla fine dell’anno non si compri più dalle 2 più grandi compagnie SHELL ed ESSO, che peraltro ormai formano un'unica compagnia.
Se non venderanno più benzina, ( o ne venderanno molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi le altre dovranno per forza adeguarsi.
Per farcela però dobbiamo essere milioni di NON-clienti ESSO e SHELL nel mondo e chi se ne frega per un po’ di bollini, regali o baggianate che si vincono con queste compagnie … “
Che dite si può tentare?? J

lunedì 28 febbraio 2011

L'OSCURO POTERE DEL NOME

“Ora vi racconto la storia di un amico, si chiamava Felice, Felice Vacca per la precisione, si era trasferito  cercando fortuna a Pamplona e l’aveva trovata. Il 7 Luglio in una soleggiata  domenica di festa  si respirava un gran fermento per le vie della città, ma lui era troppo assorto nella gioia del suo sogno realizzato per badare all’eccitazione collettiva. Anni di sacrifici,  sforzi e umiliazioni, ma finalmente vedeva il suo sogno coronato. Quella mattina aveva allungato la strada del ritorno dalla messa per rimirare l’insegna appena installata. Le lettere gialle dipinte con dovizia  sullo sfondo borgogna  recitavano ‘’ MACELLERIA  di  VACCA FELICE- specialità italiane-” forse il di era un po’ troppo piccolo, ma le cose essenziali erano ben in evidenza. Era soddisfatto..
Due traverse più a sud,  quindici tori imbestialiti recalcitravano tra le staccionate per la tradizionale corsa di San Firmino; ma ad uno soltanto era legato il destino di Felice, all’unico che inspiegabilmente riuscì ad uscire dai ranghi facendosi largo tra la folla.
Rumore, grida, panico … era drogato, correva senza meta seguendo l’ istinto che l’obbligava alla fuga , terrorizzato  dal  rumore dei suoi zoccoli sull’asfalto, il fiato corto, gli occhi sbarrati iniettati di sangue, non poteva sapere che dietro l’ennesimo angolo della sua corsa le sue corna avrebbero incrociato la coscia di quel uomo Felice di nome e di fatto..
Un dolore lancinante investì Felice, si ritrovò sbalzato a terra senza capire ciò che era successo, l’ultima cosa che vide prima di perdere i sensi , quell’enorme insegna che gli oscurava il cielo mentre se ne stava supino sul marciapiede. ‘’MACELLERIA  di  VACCA FELICE”
I soccorsi, il ricovero, le complicazioni, il trasferimento in Italia, dieci giorni di tribolazioni, poi il Dott.  Angelo Della Morte pose la sua firma sul decesso del povero Felice Vacca.
Non c’è che dire fu un gran bel funerale, l’impresa funebre Mezzasalma aveva curato tutto nei dettagli, ora di Felice non ci resta che il triste ricordo della sua morte, ma mi piace immaginare che se avesse deciso di trasferirsi in Svizzera ad allevare vacche viola  anziché andare in Spagna  ad aprire una macelleria, le cose sarebbero andate diversamente …. “
Ho un debole per i dettagli, le combinazioni perfette ed i significati nascosti, quindi scegliere il nome di un protagonista diventa un momento fondamentale che nel mio immaginario traccerà il suo destino di gloria o insuccesso.
"Nominare" le cose non è un semplice esercizio di fantasia, ma un momento fondamentale della creazione del mondo. La locuzione latina Nomen omen si traduce con "il nome è un presagio" o meglio "il destino nel nome"  Si dice che ad ogni nome corrispondano determinate vibrazioni cosmiche che influenzeranno il nostro carattere e la nostra vita.
Ed infatti mi viene spontaneo associare tratti di personalità a personaggi noti, ad esempio Beppe Grillo non lo associate a qualche forma di coscienza? Vittorio Sgarbi ad accesi toni di comunicazione che poco si addicono al garbo? Pasquale Laricchia ..beh qui il significato dev’essere più oscuro, però tant’è vero che da uno  che si chiama così non mi aspetto nulla d’intelligente..
In recenti studi americani  qualcuno ha anche scientificamente cercato di provare  che ciascun nome avrebbe un maggior o minor potere seduttivo nei confronti dell’altro sesso, quindi chiamarsi Giulia  o Alberta farà la differenza su quanti partner potremmo avere. Fortunatamente siamo In Italia e Ugo dovrà scoprire da solo che  deve puntare su altri lati del tuo sex appeal ….

martedì 8 febbraio 2011

Che cosa mi porto? (prima parte)

 

Comprendo la vostra perplessità nel domandarvi come diavolo ho potuto prendere spunto da una scena del genere.

Portarsi avanti una gigantesca palla di merda potrebbe essere una metafora sulla vita che in questo momento storico risulterebbe condivisibile dalla massa.
Lavoro, tasse, politica, ingiurie, ingiustizie eccetera eccetera..
Ma non voglio imbruttirvi.

Il papà-stercoraro è poi lungimirante “di sicuro di....ce n'è anche dove stiamo andando"; che se erroneamente la leghiamo al nostro mondo suona come: è inutile che ti sforzi tanto ovunque andrai te la troverai comunque fino al collo, spera solo che non arrivi l'onda. Grande ottimismo.
Invece contestualizzandolo nel naturale mondo dei nostri amici bagarozzi (spero sia internazionale come termine) ha un senso diverso. L'uomo, seppur insetto, tende sempre a semplificare le cose " massì ne troveremo dell'altra..."

La risposta della moglie-stercoraro “..quello è un regalo di madre..” apre poi ulteriori esilaranti scenari legati al rapporto con le suocere e il carico di “sterco” che bisogna portarsi in spalla causa loro:”disturbooo?? posso salire un attimo?” “ no grazie, come lo faccio io l'arrosto non lo fa nessuno” “ma guarda come ti tratta”, “sarà mica polvere quella sul davanzale”, “ ho cucinato il fegato che piace a tutti!” ( ma a chi piaceeeeee!?!?! non piace a nessunooooo!!)
Comunque..
Quasi tutte le mattine quando sono in coda mi piace spiare dallo specchietto retrovisore l'altro essere umano che ignobilmente è stato chiamato a lavorare anche quel giorno e che si trova in colonna dietro la mia auto. Adoro quelli che si mettono a cantare, ho una preoccupante curiosità per quelli che hanno lo sguardo assorto, nasce in me una personale soddisfazione quando guardo chi sbraita al telefono e avverto una leggera tensione per chi si sta truccando.
Scusate la divagazione.

In un'imprecisata mattina di queste un maledetto flash filosofico mi porta ad immaginare a cosa mi porterei dietro se dovessi svoltare completamente la mia vita. Sì perchè non mi sento il vecchio riccio (è un riccio?) che non vuole abbandonare la sua tana  piena di certezze e vita vissuta. La mia curiosità, la mia voglia e la mia poca esperienza accumulata non mi permettono ancora di identificarmi in nonno-riccio.

Che cosa mi porterei dietro?
Io un'idea ce l'avrei...ma ma poi il post diventerebbe troppo lungo :)


sabato 5 febbraio 2011

IL PUNTO “P” dello Scrittore

Che tu ti senta scrittore o meno il punto P riveste una certa importanza,  potere, potenziale, prestanza, persuasione, positività, protagonismo ed altre P ancora.
Alcuni esempi celebri? Eva per esempio non sarebbe così famosa se non avesse ben due punti P. su cui appoggiarsi ‘P.P.Eva’, ‘Melissa ‘ invece ne ha uno solo, ma immagino che questo determinerà che  la sua notorietà non durerà tanto quanto quella di Eva.
Bene se state pensando che ora parleremo di sesso sappiate che non è così,  anche se le cronache ci ricordano che è una valida scorciatoia per la notorietà ignoreremo  per un attimo Berlusconi ed i bunga bunga, parleremo  invece di Prostituzione (dite che è la stessa cosa??), allora specifichiamo:  Prostituzione commerciale dello scrittore.
 P come Prostituzione (commerciale) dello scrittore.
Hai iniziato con un i diario a cielo aperto, hai sviscerato  te stesso così tante volte che adesso pesi meno di una testa vuota, scrivendo hai ‘sudato’ per  capire cosa sei  e cosa vuoi, c’hai perso un bel po’ di tempo e nella migliori delle ipotesi hai capito cosa volevi ieri.
Ti brucia un po’ , ma ti slanci in un gesto d’altruismo,  ti senti pronto per andare a spiegare al mondo come funziona l’essere vivi, ne senti l’esigenza perché non vuoi che tanta fatica vada sprecata o semplicemente per sentirti un po’ meno ‘fesso’ ad aver perso così tanto tempo.
Senti che raccontare la tua storia potrebbe aiutare gli altri, in un momento d’estasi auto celebrativa  magari sfiori l’idea che sia  la tua mission divina, il motivo per cui sei nato.  Ti accorgi subito che non ti si fila nessuno, una buona autocritica ti farebbe capire che nessuno impazzisce per le tue seghe mentali a meno che tu non sia George Clooney o Megan Fox.
E’ qui che il cerchio si chiude, hai iniziato per capire chi sei, e hai finito capendo che sei un pirla come tanti altri … abbiamo ottenuto un buon risultato.
Ma ad essere pignoli c’è qualcosa che fa la differenza tu  hai voglia di scrivere! quel difettuccio li siete solo qualche milione ad averlo … (brutta bestia  la concorrenza) ed allora inizia il tuo processo di prostituzione..inizia quando ti chiedi: Cosa vuole leggere la gente?
 Assecondare le mode per una maggior visibilità, non è forse prostituzione della mente?
Inizia la scelta, Menestrello di corte  o Genio incompreso?

giovedì 27 gennaio 2011

LA FELICITA’ RENDE SCHIAVI

Sono le cinque, un vecchio clochard mi si avvicina:
-          “Bambina che ci fai ancora qui?”
-          “Aspetto il mio treno …”
-          “Ne  sono passati parecchi da quando sei arrivata.”
-          “Si ma il mio ancora no”
-          “il tuo dov’è diretto?”
-          “Alla felicità”
Il vecchio sibila un asmatico fischio che ha la pretesa d’essere considerato una risata , la puzza d’alcool che esala  mi investe e  mi disgusta.
-          “ Che vuoi capire tu?! Sei fatto di vodka!”
-          “Lo so, ma io ne sono consapevole, tu sei  fatta e non lo sai..”
-          “ Che dici vecchio?”
-          “La tua  felicità rende schiavi al pari della mia bottiglia, lei ti fa star bene, ma ha gli stessi effetti di una  droga e assuefatta dal suo sapore ne vuoi sempre di migliore, di più, di più forte. La  dipendenza da felicità è irrefrenabile , l’attrazione per quella sensazione di leggera euforia ti ha  conquistata , ormai non puoi più farne a meno.”
Vorrei concentrarmi su ciò che dice, ma mi sorprendo invece a spiare la marca della vodka che beve … la sua bottiglia è ancora nuova ed io c’avrei quasi sete.  Invece lui , ignorando quella regola della buona educazione che vorrebbe me ne offrisse un po’, continua:
-          “ I bambini raccolgono felicità a piene mani in ogni cosa:  un salto e toccano il cielo, un pallone che rotola nell’asfalto e sono invincibili,  due ruote senza motore li rende padroni del mondo.
La felicità è subdola. Ti rende schiava a poco a poco. Le cose o le azioni che ti rendono felice  ti imprigionano  e  senza una vera e propria consapevolezza, le ripeti per trarne piacere, le ami, le usi,  le consumi fin che un giorno non ti accorgi di portartene appresso soltanto lo scheletro,  in una parola: le hai divorate!  È questo il momento in cui cerchi di sbarazzarti  di questi scheletri diventati abitudine e dannatamente ti rimetti alla ricerca di quel nuovo che plachi la tua insaziabile fame di felicità.
Immaginando d’essere padrone  di te stesso, passi una vita a cercare la felicità per possederla  e  invece sei schiavo di una dipendenza che ti obbliga a cercarla.”
Il mio sguardo sta sbavando sul collo della sua bottiglia e lui dev ’ essersene accorto, perché si allontana dicendo:
-          “Non penserai che offra da bere ad un tossica strafatta di felicità come te? Tsè con tutte le malattie che girano.."



sabato 22 gennaio 2011

Tutti vogliono essere d'Artagnan


Immaginate una grossa biblioteca dove esistono tutti i libri scritti fino ad oggi. Ma proprio tutti. Immaginate che si possa entrare in ogni libro. Si puo entrare ne "I Tre Moschettieri" e combattere al fianco di d'Artagnan, in "Moby Dick", "Guerra e Pace" fate voi....ok, avrei esempi da portartvi anche con la letteratura erotica ma di questo ne discutiamo un'altra volta.

Poi, in un sotterraneo della gigantesca biblioteca, c'è un altro reparto ed è molto grande anch'esso. 
E' il piano dei racconti mai pubblicati, dei personaggi che non hanno mai avuto luce, alcuni spunti, racconti iniziati e mai finiti, moltissime pagine e forse interi libri abbandonati dai propri autori. 
Incontro spesso questi personaggi qui a Colaneve. Incontro gli INCOMPLETI.
Molti ormai rassegnati mi guardano delusi e scuotono la testa. Persi.
Altri invece non nascondo la loro curiosità, la loro speranza e la loro determinazione. Ci credono
Altri velatamente tentano di riciclarsi e mi chiedono se per caso "lassù" serve un personaggio che sappia fare il detective, il cameriere, l'autista, il maggiordomo...oppure qualcuno che si accontenterebbe di fare la vittima di un libro giallo che muore dopo una ventina di pagine pur di elevarsi allo stato di "personaggio pubblicato".Opportunisti

A pochi piace vivere nell'anonimato. A pochissimi piace vivere grazie alle proprie capacità. Vogliono essere tutti D'Artagnan.

Seduto su una panchina dei Giardini incontro queste persone. Mi lascio trasportare dalla loro voglia di raccontarsi, mi lascio convolgere dalle loro storie. A volte le vedo. A volte vorrei scappare. A volte le invidio.

Aspetto sempre che arrivi sera per tornare a casa e mettermi a scrivere finalmente il mio libro. Ma il giorno sembra non finire mai e io ogni volta che inizia una storia ne rimango rapito.

Mi perdo, ci credo o aspetto solo un'occasione buona?

giovedì 20 gennaio 2011

L'INIZIO

A me Penelope fa un baffo ….. attendo da una vita su questo marciapiede che passi il mio treno, tanto che mi viene quasi spontaneo chiedermi
- ‘Cazzo; avrò mica sbagliato binario?!’
È singolare che nei giardini di Colaneve si trovi una stazione dei treni, ma d’altra parte questo posto è davvero straordinario, qui nulla è impossibile, come nei sogni.
Era cominciato tutto nel migliore dei modi, strada luminosa, tutta in discesa, camminavo leggera, quasi rotolavo caricata a molla dall’entusiasmo.
Mi danno le indicazioni necessarie su come ci si comporta, faccio il biglietto e mi dicono:
- “Quando passa il tuo devi saltare!”
e da li dovevo capire che ti si dice sempre tutto, ma proprio tutto, tranne l’essenziale; tant’è che io sono ancora qui a chiedermi : ‘Qual è il mio treno?’
Insomma sto qui, sulla banchina dei binari, questo posto di passaggio è diventato casa mia..di treni ne sono passati parecchi ho visto gente saltare, qualche volta ho saltato anch’io, mi sono fatta un giro che non ha portato da nessuna parte e sono ridiscesa qui...
Dovrei dire che dall’inizio niente è cambiato, invece non è così.
E’ cambiata la luce del giorno,
è cambiato l’entusiasmo,
è cambiata la consapevolezza,
ma non è cambiata la speranza di saltare sul treno giusto.
Nel frattempo per eludere la noia dell’attesa, mi faccio raccontare storie dalla gente che incontro, prima che salti sul suo treno … catturo un' emozione, rubo un pensiero, dipingo un' immagine, scatto una fotografia.

Due porte


Sogni e realtà.
Argomento di amletica memoria.
Non è importante stabilire che cosa fa parte e cosa non. Ognuno di noi lo sa per se.
Nessuno lo sa per gli altri.
Un luogo comune insegna che sottile è il confine che separa il sognatore dal romantico illuso fancazzista e il realista dal noioso cinico bastardo.
Come ogni cosa non è mai salutare abusarne, identificarne l'equilibro è tanto soggettivo quanto essenziale.
Questo Blog mi permette di attraversare queste due porte.
Scelgo in base a quello che mi sento di scrivere e non è male avere una scelta.
Scelgo in base alla guida del mio stato d'animo. 
Scrivo quello che la mia fantasia mi permette di creare. 
Scrivo quello che vedo, tocco e che voglio condividere.
Io sono tutte e due, entro più spesso in una porta rispetto ad un'altra. 
Quando esco, indipendentemente dalla porta, capisco che ci sono cose importanti da realizzare
 
Perchè questo Blog di chiama “ I Giardini di Colaneve”??
Prima di tutto perchè è un titolo che mi piace. 
ma principalmente perchè “I giardini di Colaneve” è una semplice storia..
Silvia la conosce ed è corruttibile.
Siamo davanti a due grosse porte e si tende vistosamente da una parte.
Sogni per sognatori contro realtà per realisti.
Visioni contro immagini concrete.
Questo è quello che troverete qui. (forse)
Nella nostra immensa bontà di sovrani supremi dei Giardini di Colaneve non abbiamo più nulla da spiegare ma tanto da scrivere.