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mercoledì 11 gennaio 2012

Vivere senza soldi

Ciò che scintilla nei miei occhi è ammirazione per il suo coraggio.

Ventotto anni appena compiuti, occhi profondi  come raramente gli occhi azzurri sanno essere,  barba incolta di una settimana , il fascino di chi posa  nei movimenti  il fare da uomo vissuto,  una laurea in economia, un lavoro manageriale conquistato (per meriti) nel settore dell’alimentazione biologica.

Bryan sorseggiava Merlot comodamente seduto sulla panca rosso cremisi di uno yacht , mentre un calice imperlava  di riflessi rubino il tavolo ligneo, il suo viso era abbronzato, lo sguardo rivolto al tramonto che si tingeva di rosso, profumi d’arancio nell’aria.  Cullati dal dolce ondeggiare.  Accarezzati dalla mite brezza marina nell’innaturale quiete del molo.  Lo sciabordio delle onde, lo stridio dei gabbiani s’inserivano come  perfetto accompagnamento musicale dei nostri filosofeggianti  discorsi divinati dal merlot.

Una vera e propria scena da Harmony collection, invece no.
Io non ero la sua amante, semplicemente  ero l’assicuratrice del suo yacht; eppure quella sera si conversava come vecchi amici, non senza presunzione,  sui problemi del mondo: La distruzione ambientale, le guerre per le risorse, gli allevamenti intensivi e come l’uomo decidesse attivamente a quale di queste dedicare la sua vita.

Bryan  sbottò: ‘La questione è, che si guarda ai problemi del  mondo come un medico occidentale guarda i sintomi di un paziente, egli si dedica esclusivamente ad eliminare quest’ultimi e non ne considera la causa originaria, quando acquistiamo dei beni, non ci rendiamo più conto, che ciò che comperiamo ha delle ripercussioni sulle persone, sugli animali e sull’ambiente…’

Esponeva animatamente come la distanza che si è creata, tra chi consuma ed il bene consumato, si è allargata a dismisura, fino a rendere ignari i consumatori dei livelli di sofferenza  e distruzione incarnati nelle cose che comperano.
Concludendo con: ‘lo  strumento che ha permesso questa separazione è il denaro!’ e si concesse un lungo sorso del corposo vino rosso.

‘Se coltivassimo il nostro cibo non avremmo un terzo di rifiuti. Se ci costruissimo i nostri arredi non  vorremmo  buttarli per cambiare arredamento. Se dovessimo pulirci l’ acqua che beviamo, non ci sogneremmo di buttarci dentro merda.’  
Aveva profondamente ragione,  ma non vedevo soluzione al problema in una società in cui il denaro era ormai il pilastro di qualsiasi legame, provavo un senso d’impotenza  nei confronti del suicidio annunciato di un intera civiltà.

Solo pochi giorni prima Bryan aveva visto un video di Gandhi  ed era stato profondamente colpito dalla frase‘Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo ’ ; quella sera la nostra conversazione finì, non ebbi più occasione d’incontrarlo nuovamente, ma si venne presto a sapere che quella frase fu determinante nella sua vita, perché in quello stesso anno egli decise di  affrontare una sfida che ancora oggi continua con successo: vivere senza denaro.
Questo è un racconto ispirato ad una storia vera, il vero nome  di Bryan  è Mark Boyle.  Nel  2009 Mark Boyle ha venduto tutto ciò che possedeva e dopo alcuni acquisti preparatori (tra cui un pannello solare e stufa a legna), ha iniziato il suo primo anno di vita senza denaro.

Boyle ha ricevuto notevole pubblicità positiva e negativa per il suo stile di vita senza denaro, che appare sui media televisivi, radio e altri nel Regno Unito, Irlanda, Australia, Sud Africa, USA e Russia. Gran parte dell'attenzione si è concentrata sul suo giorno per giorno di routine, compreso il cibo, l'igiene, e gli aspetti tradizionalmente costoso della vita, come il Natale.
Boyle ha fondato la Freeconomy community che ha attualmente 25.000 membri. in più di 150 Paesi.
Fonti : http://en.wikipedia.org/

14 commenti:

  1. Risposte
    1. Ciao Debora grazie del tuo intervento, anch'io penso che Mark sia ammirevole, corraggioso e decisamente anti-conformista.
      E che pensiero eccitante sapere che, se anche solo la metà delle popolazioni dei paesi più industrializzati, decidesse di aderire ad una sfida del genere per soli sei mesi, metterebbe in ginocchio in una volta sola tutto il potere delle banche e delle multinazionali petrolifere. Peccato che l'uomo come la maggior parte degli insetti..non si renda contro del grande potere del 'gioco' di squadra.

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  2. Mmmmmm...per rinuciare bisogna avere, chiedere di rinunciare a chi non ha nulla ha un senso completamente diverso. Gli estremismi nel tempo sono sempre deleteri, il concetto dello scambio libero è interessante, come lo è il rispetto per la natura. L'equilibrio potrebbe rendere la vita più rispettosa per il tutto anche per se stessi, poi le scelte personali sono da rispettare comunque.

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    1. Concordo, gli estremisimi sono sempre deleteri; nel bel mezzo di una società che ha come oggetto di culto il denaro attualmente stiamo al polo opposto della freeeconomy di Mark Boyle ..ed è deletero :D

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  3. Io cerco di stare attenta in tutto ciò che faccio e chi mi conosce lo sa bene, è sempre troppo poco. Mi sembra straordinario come un uomo che ha tutto decida (per il mondo e quindi per se stesso anche) di rinunciarvi per seguire degli ideali. Per rendere migliore questo pianeta che stiamo letteralmente distruggendo. Insieme a tutte le specie che lo abitano. Grazie per il passaggio, è un bel posto questo :)

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    1. Marapica, felice che questi giardini ti piacciano, sarai sempre la benvenuta qui. In quanto al 'è sempre troppo poco..' è anche sempre meglio di niente, tanti 'poco' messi insieme possono cambiare il mondo :)

      un 'poco' me + un 'poco' di Marapica = un poco di più!

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    2. Elementare come un equazione matematica no?! :) Hai ragione cara Silvia! A presto

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  4. Ciao Silvia, è la prima volta che mi imbatto in questo post...Beh secondo me la chiave di volta è l'amore, l'amore verso se stessi, l'amore verso gli altri, l'amore verso la vita!!!Il tradimento è dietro l'angolo...saper gioire delle gioie della vita è solo per pochi, scusa il gioco do parole...

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    1. Anomino, sei un gran ottimista.. e per questo t'invidio! :D
      Invece io nelle mie recondite (e utopistiche)speranze che questo mondo ed il suo sistema sociale riescano a darsi una raddrizzata, credo sia impossibile per l'uomo riuscire ad amare 'così tanta roba'.
      Sarebbe già un buon risultato, se i più, fossero in grado di mettersi nelle tasche un po' di rispetto.

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  5. Il rispetto comincia già dal rispettare se stessi, come tu ben saprai, ma oggi è troppo facile nascondersi dietro maschere che celano la realtà dei fatti.... è così che anche chi pecca può vestirsi con abiti angelici. ogni uno ha i propri scheletri nell'armadio, non si tratta di essere ottimisti, ma di affrontare i propri errori con la consapevolezza di averli commessi riparandoli, ripeto, non sfuggendoli, ma affrontandoli e risolvendoli. E' così che il mondo potrà essere migliore!!

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  6. hai deciso di mollare questo spazietto niente male? passavo per un saluto, ciao silvia :)

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  7. No, a dire il vero sono in pausa sabbatica :D
    e mi auguro di riuscire a tornare il prima possibile. Grazie d'essere passata di qui Maraptica, adesso che mi hai ritrascinato nei giardini, mi è venuta voglia dar aria a questo luogo che sta diventando un po' troppo polveroso ;)

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  8. Congratulazioni! Articolo molto bello!

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    1. Grazie Adalberto :) Se t'interessa questo argomento puoi leggere qualcosina che ho scritto qui http://www.net1news.org/vivere-senza-soldi-la-nuova-frontiera-per-la-felicit%C3%A0.html . Mark è solo uno dei tanti ;)

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